Personaggio della mitologia greca, dal nome originario di Odisseo (gr. Ὀδυσσεύς), le cui gesta sono state narrate da Omero nell'Iliade e soprattutto nell'Odissea, che da lui prende il nome.
Numerose sono le avventure e peripezie di cui questo condottiero acheo è protagonista; la sua dote principale è l'astuzia, con la quale riuscirà a porre fine al lungo assedio di Troia e a superare tutti gli ostacoli nel decennale viaggio di ritorno alla volta della patria Itaca.
Dante lo pone fra coloro che utilizzano il proprio ingegno per ingannare gli altri a vantaggio della propria patria, nel canto XXVI dell'Inferno. Qui D. non sofferma però il racconto sui raggiri da lui perpetrati, bensì sulla sua ultima impresa di valicare le colonne d'Ercole e il susseguente naufragio, anche perché non conosceva la lingua greca e dell'Odissea ne aveva letto solo riassunti posteriori di autori latini.1
Dante accenna ad Ulisse nella descrizione della sirena che ammalia i naviganti2 e anche quando dall'alto del Paradiso scorge il tratto di mare che dallo stretto di Gibilterra porta alla montagna del Purgatorio.3